Convegno "Matematica e Cultura 2007" Venezia

Si è svolto a Venezia il 9 - 11 marzo 2007 il Convegno "Matematica e Cultura 2007" all' Auditorium Santa Margherita, Università Ca' Foscari a Venezia. L'Architetto Rahmati è stata chiamata a svolgere una relazione su un tema interessantissimo e particolare. Titolo della relazione: "L’infinito attraverso il gioco dei numeri: geometria e numeri nel giardino islamico". Gli atti del convegno saranno pubblicati dalla casa editrice Springer. Con il patrocinio del Comune di Venezia e in collaborazione con: Dipartimento di Matematica Applicata, Università di Ca' Foscari, Venezia - Dipartimento di Matematica "G. Castelnuovo", Università di Roma "La Sapienza" - Dipartimento di Matematica, Università di Bologna - Dipartimento di Scienze per l'Architettura dell'Università di Genova - Dipartimento di Matematica, Politecnico di Milano - Dipartimento di Matematica, Università di Pisa - Dipartimento di Matematica, Università di Trento - Galileo - Giornale di scienza e problemi globali - Liceo Scientifico U. Morin di Venezia-Mestre - Liceo Marco Polo, Venezia - S. P. "Matematica: Scienza senza Frontiere", Università di Lecce.

Lounge e Open - Ambra Day









Il primo impatto viene materializzato con il concepimento di due punti bar: Lounge e Open. La loro posizione all’interno del sito è data dall’ essere visti istantaneamente. Indipendentemente dalla diversa funzione di servizio, sono entrambi concepiti in “rosso” realizzati con vetri colorati. Questo garantisce la loro visibilità ed allo stesso tempo crea un gioco di riflessi contrapponendosi agli ambienti circostanti. Il rosso è un colore che non passa inosservato, è il colore attrattivo, passionale e esaltante in genere e per tale, in base ad esperimenti scientificamente condotti, riesce a produrre nel nostro organismo un esaltazione non solo psicologica ma anche fisiologica. Di dimensioni diverse (m 300x300 e m 350x350), il più grande viene inserito in un largo spazio a verde, e contiene al suo interno un’acquario rivestito in specchi con luce a gradazione cromatica. I vari spazi per il pubblico sono poi tappeti sull’erba con molteplici cuscini colorati. Si crea così un’ambientazione suggestiva ed allo stesso tempo integrante sommersa nella natura.

ILLYMITATAMENTE

Il caffé espresso inteso come rito di convivialità, come occasione d’incontro, come attualizazione di una tradizione radicata nelle persone eternamente ossessionate dal tempo, ha la prerogativa sempre più desiderata, di essere consumato in un ambiente piacevole, confortevole, semplice, ma di tendenza e soprattutto nuovo. Concepire uno spazio come luogo di aggregazione, socializzazione, piacevolezza espressiva ha un fondamento filosofico dato dalla capacità di un professionista di coniugare l’arte e la praticità lavorativa che proviene dalle diverse professionalità messe in campo. La lunga esperienza maturata professionalmente nei locali aperti al pubblico e particolarmente nei bar, coniugata alla parallela professione dell’architetto e designer, mi ha indirizzata a curare l’estetica e la piacevolezza dell’ambiente, oltre ché la praticità e la funzionalità dell’ambiente lavorativo: le dimensioni e le collocazioni degli elementi lavorativi hanno un preciso luogo in modo che l’operatore, pur nella semplicità dei propri gesti, mantenga il controllo degli strumenti di lavoro e delle attrezzature con naturale maestria. Nulla è lasciato al caso, dalle strutture agli arredi, dal posizionamento delle attrezzature al design delle stesse, all’illuminazione che fondamentalmente interferisce con l’effetto realizzativo e visivo. Tutto questo non si limita alla sola progettazione ma si tiene conto soprattutto delle esigenze tecnico-pratiche di chi lavora all’interno di un banco bar, allo stesso tempo senza trascurare uno stile di tendenza e consono ai tempi ed alle richieste dei frequentatori. Questo aspetto di particolare importanza viene spesso trascurato a favore dell’estetica estrema. La perfetta coniugazione del designer e della funzionalità operativa è il fulcro della mia idea progettuale. In questo progetto “Core Bar”, concepito per essere posizionato al centro di un ambiente altamente simbolico dal punto di vista artistico, proprio per la sua tipologia progettuale è nato per esaltare l’entourage che lo circonda, proponendo segnali al suo interno che ricordano la sua collocazione, fulcro di culture e potenza espressiva. Volutamente, le linee semplici e minimaliste, esaltano le varie tipologie artistiche, che simbolicamente si pongono al centro di un luogo culturalmente possente e riflettono la reale bellezza delle forme e delle opere d’arte che lo circondano. Gli spazi sono inoltre progettati perché i fruitori possano consumare un caffé espresso in perfetta solitudine, con colleghi di lavoro, oppure per una pausa per ricondurre pensieri meditativi alle proprie menti senza che l’ambiente opprima l’intelletto. Essi si evolvono al momento della pausa pranzo con una comunione positiva dalle persone per lo spazio che verrà appositamente dedicato e si inoltra verso un “aperitivo”, consumato a discorrere degli argomenti propri per la serata tra amici in vena di convivialità. Si fa quindi rinascere la cultura del caffé in una chiave moderna dove si è al centro dell’incontro senza alienare il suo contorno.

Un Antico Giardino inserito in un contesto contemporaneo

Il giardino progettato dall’ Arch. Nausikaa Mandana Rahmati, si basa sulla disposizione delle aiuole e delle vasche d’acqua poste su un’unico livello, secondo i canoni prescritti dal progetto che ripercorrendo il primitivo impianto del giardino islamico, conduce alla sua lettura minimalista. L’acqua, complemento essenziale ed illustrazione naturale della decorazione architettonica, contribuisce nella sua forma a definie lo spazio geometrico e principalmente assume un valore mistico-religioso, oltre a generare e dare vita allo stesso giardino. Il progetto realizzato all’interno di un locale aperto al pubblico, ha obbligatoriamente tenuto conto del contesto e della funzione primaria che lo stesso giardino assume con la funzione ricreativa e contemporaneamente di relax. E’ stato inserito mantenendo alcune specie vegetali presenti in loco come due olivi e integrato da una siepe di specie mediterranee di contorno al quadrato realizzato. E’ stata inserita una vasca principale sulla quale confluisce la cascata realizzata con una struttura portante di acciaio e ferro con un rivestimento in vetro colorato. La vasca centrale e i canali di delimitazione che tagliano il giardino in quattro parti sono rivestiti di un mosaico tendente al verde smeraldo. Nato come funzione primaria di solarium “Jardin du soleil”, la sera assume una funzione di zona relax in un contesto di “meeting bar” dove la musica e il divertimento assume il ruolo principale per un pubblico giovane e di tendenza.

Il Giardino Islamico - Leo Olschki Editore - Firenze

Rilegato (Hardcover); formato 17 X 24 cm; illustrazioni: 246 figure nel testo e 83 tavole fuori testo a colori; Vincitore del Premio Grinzane Cavour Giardini Botanici Hanbury 2006. Per ordini: orders@olschki.it Il volume costituisce la prima monografia sul giardino islamico di un autore italiano. Un tema affascinante quanto difficile risolto sia attraverso la documentazione ottenuta con visite mirate nei più lontani paesi, che con la rilettura dei resoconti dovuti ai viaggiatori del passato, e illustranti le suggestioni e l'originalità di giardini che non avevano pari in Occidente. Giardini appartenenti a un universo vastissimo che andava dalla Spagna all'India, passando per l'Africa del Nord, la Siria, l'Uzbekistan, e il Pakistan, e che trovavano una matrice comune nelle forme del persiano cahârbâgh, il giardino quadripartito attraversato da canali e recinto da mura che evocava il paradiso mussulmano. Solo nella Turchia ottomana si lasciò spazio a soluzioni più paesaggistiche che anticiparono quelle del giardino all'inglese. A questi giardini dobbiamo la diffusione in Europa di numerose specie vegetali che vanno dal limone all'arancio, dal tulipano al gelsomino. Accompagnano il testo iniziale un'antologia di antichi documenti con le pagine sui giardini della Sicilia islamica dovute a Brunella Lorenzi, e quelle sulla diffusione e fortuna del giardino persiano redatte da Nausikaa Mandana Rahmati con un abaco alfabetico dei giardini islamici e un glossario delle dinastie che regnarono nei paesi mussulmani.

Un Giardino chiamato "Esperanto"











EUROFLORA 2006 STAND 14/2 - "UN GIARDINO CHIAMATO ESPERANTO" “Incrocio di civilizzazioni, la Persia ha segnato fortemente con la sua impronta i popoli che, migratori o conquistatori, la traversarono. Letteratura ed arti della Persia antica sedussero anche i conquistatori arabi e fecero sentire la loro influenza fin nell’occidente ancora barbaro. Se i Persiani imposero le loro concezioni, occupando l’Altopiano Iraniano essi adottarono con una certa facilità i costumi di coloro che irrompevano nel loro territorio. Sul piano sociale, riflesso di quelli che occupavano il loro paese, proiettarono lontano nello spazio i loro pensieri sottili e penetranti. Così, questo popolo antico, che ha ringiovanito il mondo occidentale, ha saputo conservare la sua individualità specifica. Vecchio d’un’esperienza più che secolare, ha la gioventù di quelli che hanno visto passare, fin da epoche lontane, la lunga sfilata degli uomini sulle strade della terra”. R. PECHERE Prescindendo dalla mia nazionalità italo-iraniana, l’interesse per questo tipo di cultura e per i suoi giardini è nato dalla consapevolezza dell’importanza che ha avuto il modello quadripartito in molte altre culture. In particolare considerazione per l’incidenza che l’Islam ha avuto nel determinarne l’originalità. In funzione della sua origine e del passato storico o dei suoi valori estetici, sensoriali o botanici, il giardino ebbe modo d’essere oggetto delle più svariate interpretazioni. Quella persiana, tra quelle di maggior rilievo, stabilì una tradizione, la cui continuità persiste dai tempi dei palazzi di Ciro il Grande, conquistatore persiano del VI° sec. a.C. Ci si è proposti, quindi, di impostare il progetto “Giardini per sognare”, sui concetti primordiali dei primi giardini persiani, in quanto, già essi erano espressione massima del “paradiso”. La Persia era senza dubbio il solo paese dove si aveva l’abitudine di fare prima un giardino e di metterci poi una costruzione, l’unico paese dove esiste una sola parola per dire giardino e paradiso. Inizialmente i molti modelli di questi giardini (persiani) seguivano lo schema del chahâr-bâgh (quattro-giardini), in quanto rappresentazione dei punti cardinali e dei quattro elementi fondamentali della vita, derivati dall’idea cosmica dell’universo secondo l’antica credenza suggerita dal culto Zoroastriano: acqua, aria, terra e fuoco confluivano in un unico punto, la vasca d’acqua, sintesi della vita eterna. I canoni di questa tipologia di giardino, luogo ideale della contemplazione, devono promuovere e stimolare l’uso ordinato di tutti e cinque i sensi dell’uomo. Le varie specie vegetative assumono la loro posizione ottimale, secondo delle regole compositive, dove niente pare lasciato al caso: il cipresso per la prospettiva, gli agrumi per i loro ornamenti e profumi, la palma da dattero per il suo frutto, nonché i fiori, come il Fior di Loto considerato dopo la rosa, fiore privilegiato del giardino paradisiaco, in questo progetto, scelti tra i piu simbolici. Ed ecco che il giardino offre alla vista lo spettacolo meraviglioso del suo ordine, dei suoi colori e la regolare armonia delle sue linee. All’olfatto porge il profumo delle corolle in fiore, il gusto può deliziarsi della dolce fragranza dei frutti e quanto all’udito, esso è soddisfatto dal gorgoglio dell’acqua la quale costituisce, quindi, la voce del giardino che, nella contemplazione, diviene pura voce di “Dio”. Un Dio da considerare attualmente universale, di tutte le nazioni e riferimento di ogni religione, al di sopra di tutto e di tutti. Proprio come nel grande ambito della comunicazione tra i popoli lo è l’Esperanto, una lingua anch’essa universale, una lingua vivente, artificiale, nata nel 1887 da un ideale di pace, collaborazione e intercomprensione tra gli uomini, l’Esperanto si pone al di sopra di ogni differenza etnica, politica, religiosa, e - proprio perché lingua propria di nessuna nazione e insieme accessibile a tutti su una base di uguaglianza - tutela contro il predominio culturale ed economico dei più forti e contro i rischi di una visione monoculturale del mondo. Proprio per la sua peculiare caratteristica, è stato scelto il titolo di questo giardino che pur su una base culturale, storica, tradizionale di una parte del nostro mondo, vuole essere un messaggio di integrazione sociale, nonché culturale e pacifico. Far conoscere le varie culture del mondo, esaltare le positività delle tradizioni, favorire l’integrazione culturale, al di sopra di ogni differenza etnica, politica, religiosa, proprio come l’”Esperanto”. Il giardino progettato si basa sulla disposizione delle aiuole e delle vasche d’acqua poste su diversi livelli, secondo i canoni prescritti dal progetto. Il disegno è la risultante della scomposizione del quadrato, che ripercorrendo il primitivo impianto del giardino islamico, conduce alla sua lettura minimalista. L’acqua, complemento essenziale ed illustrazione naturale della decorazione architettonica, contribuisce nella sua forma a definire lo spazio geometrico e principalmente assume un valore mistico-religioso, oltre a generare e dare vita allo stesso giardino. Sulla base del progetto e le specifiche generali della descrizione del concetto, il giardino è stato realizzato da un pool di aziende specialistiche, ognuna nel settore di propria competenza. Dall’azienda specializzata nella realizzazione e manutenzione di giardini e spazi verdi, la quale ha effettuato una selezione accurata delle piante che più rispondevano ai requisiti specificati nel progetto, a quella che ha realizzato i rivestimenti: basalto e marmo bianco a cornice delle strutture principali, vasche e aiuole creando effetti cromatici particolari tra chiari e scuri dati dalla materia prima utilizzata che fanno risaltare le differenze di livelli e della quadripartizione. Infine la finitura attraverso la posa delle pareti vetrate e del fondi vasca, l’oro dello specchio fa riflettere le parti adiacenti, vuoi l’acqua che la vegetazione riflessa che ampliano la visione paradisiaca del giardino stesso, che i riflessi accentuati dallo scorrere incessante dell’acqua. Un complesso di situazioni, di movimento di sollecitazione di tutti i sensi dell’uomo armonicamente in una cornice ispiratrice della globalizzazione delle sensazioni, appartenenti a tutti gli uomini del mondo.

Expogreen & Cersaie 2009 - Bologna - "Spirito Arcaico"



EXPOGREEN | Fiera di Bologna | 11-13 settembre 2009
CERSAIE | Fiera di Bologna | 29 settembre 3 ottobre 2009
Installazione di giardino | AREA 48 | N

Titolo:
Spirito arcaico
Concetto: Questa installazione è frutto dell’integrazione di due concetti ripresi dalle civiltà della Mesopotamia antica. Il primo principio fondamentale è basato sulla regola del popolo persiano, adottata sistematicamente nella costruzione dei giardini, della “quadripartizione” di una superficie piana dove il giardino veniva suddiviso da assi perpendicolari tra loro ed al centro veniva posta una vasca d’acqua; il secondo principio basato sui giardini pensili di Babilonia, posti in verticale, cioè verso il cielo, verso l’infinito, verso Dio; si considera quindi importante l’origine della città, il cui nome proviene dal sumero, la cui traduzione in accadico dà Bab-Ilu, che significa “la Porta di Dio”. Babilonia intesa come città simbolo, come prima metropoli nella storia umana. Un maestoso palazzo cinto da poderose mura era la sede del reggente della città che in epoca persiana divenne il “satrapo” della regione.
Nelle vicinanze stava una delle sette meraviglie del mondo, i Giardini pensili di Babilonia, mastodontica opera fonte d’ammirazione anche per Alessandro Magno che, conquistata la città, rimase innamorato di questi favolosi luoghi.
L’integrazione culturale dei popoli mesopotamici, riconducibili nei paesi dell’attuale Iraq e Iran, le invasioni persiane con la loro vasta cultura sulla costruzione e realizzazione dei giardini, la giuntura tra orizzontale e verticale, pone il concetto ispirativo di questa installazione, alla base per la progettazione mistico-ricreativa di ogni Centro Benessere SPA.
La concomitanza della rigidità concettuale del progetto basato su principi antichi ma estremamente contemporanei, con l’utilizzo delle piante officinali proporzionalmente scelte e precisamente installate, utilizzate come percezione fonte primaria degli odori, pone in evidenza l’altro aspetto puramente rivolto al benessere: l’aromaterapia.
Il coinvolgimento emotivo, quello mnemonico, la sensibilità di tutte le aree cognitive dei cinque sensi umani, correlate al raggiungimento del benessere psico-fisico, il ricambio idrosalino indotto dal contatto della pelle con i bagni nei quali sono disciolti olii essenziali officinali, permette all’individuo di raggiungere un altissimo livello di piacevole rilassamento e di benessere al naturale. Un connubio arcaico-spirituale-sensoriale per il “Benessere naturale”.